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Rovereto, 25 agosto 2013
CASO PASINA
«Basta puzza, o sarÀ rivoluzione»

Previdi: «Ultimatum: entro ottobre un nuovo biofiltro, o si chiude»
da l’Adige di domenica 25 agosto 2013

«Se dopo il cinque di ottobre ci sarà ancora puzza, siamo pronti alla rivoluzione». Parole sorprendenti, eppure dette in tono serio, quelle del consigliere comunale dei Verdi e presidente della Commissione Ambiente Mauro Previdi. Oggetto del discorso, la Pasina, l’impianto di compostaggio del Navicello da oltre tre anni ormai al centro di una vicenda giudiziaria e di polemiche sui giornali, giudicato responsabile dal Tribunale di Rovereto prima e dalla Corte d’Appello di Trento poi di essere causa (non necessariamente l’unica) dei miasmi che periodicamente ammorbano Sacco e Lizzana.

L’ultimo capitolo di una partita giocata tanto sui giornali quanto nelle aule di tribunale vede l’impresa di Luciano Bonora, condannato lo scorso giugno al versamento di un’ammenda di 3.040 euro, scrivere una lettera ad Appa e Comune di Rovereto per chiedere una proroga della scadenza imposta dalla stessa agenzia per la protezione dell’ambiente; la Pasina avrebbe dovuto ammodernare il biofiltro dell’impianto entro il 10 agosto scorso. Secondo i tecnici della fondazione Mach infatti, autori di una indagine approfondita sulle puzze dell’area, l’altezza del letto filtrante ora in funzione sarebbe insufficiente a ripulire l’aria dell’impianto prima di rilasciarla nell’atmosfera.

Da qui la puzza che i venti purtroppo portano spesso sotto i nasi degli abitanti di Lizzana e Sacco e le prescrizioni: Pasina dovrà sostituire il letto filtrante del biofiltro con almeno 400 metri cubi di nuovo materiale biofiltrante; non sarebbe infatti sufficiente aggiungere materiale a quello già esistente.

Il 9 agosto, un giorno prima della scadenza, arriva quindi a Palazzo Pretorio una lettera che richiede una proroga dei tempi, fissando nel 20 di settembre la data di fine lavori di installazione del nuovo biofiltro e nel 5 di ottobre l’orizzonte temporale per la definitiva entrata a regime.

«Prendiamo atto del fatto che si attenderà un paio di mesi in più – commenta Previdi – ma questa è davvero l’ultima goccia. Se dal 6 di ottobre la puzza continuerà a costringere gli abitanti di due quartieri di Rovereto a vivere asserragliati in casa siamo pronti ad azioni importanti. Pretenderemo anche l’azione del sindaco Andrea Miorandi, che come primo titolare del benessere e della salute dei roveretani ha l’autorità per imporre la chiusura dell’impianto. Allo stesso modo è inconcepibile che il Consiglio Provinciale, dove giacciono ignorati due progetti di legge, non ha avuto finora la capacità di dotare il Trentino di una normativa che limiti gli eccessi delle emanazioni odorose così come fatto in Piemonte, Lombardia o Emilia Romagna».

  Mauro Previdi

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